TY - JOUR
T1 - Il carattere giudiziario dei proemi dell’Encomio di Elena e dell’Apologia di Palamede di Gorgia
AU - Giombini, S.
PY - 2020
Y1 - 2020
N2 - L’analisi dei proemi dei due maggiori componimenti epidittici di Gorgia che per nostra fortuna ci sono giunti interamente, mostrano e confermano l’estrema sensibilità del sofista per i temi del mondo giudiziario e giuridico. L’attento utilizzo di un lessico specialistico, noto ai lettori e agli ascoltatori dei suoi discorsi, permettono a Gorgia di introdurci da subito in un immaginario e in un contesto che rimanda a situazioni giudiziarie specifiche. Se nell’Encomio di Elena il primo richiamo è quello a una giustizia naturale, cosmica e che si riferisce all’ordine delle cose così come devono essere (portandoci, attraverso un sottinteso legame con Themis, a un diritto arcaico connesso alla physis, e solo successivamente al diritto positivo, nomos), nell’Apologia di Palamede, dove si narra di un processo e non di una difesa di carattere generico, il richiamo è al processo in senso stretto e al sottinteso legame con Dike immettendo il lettore nel contesto del giudizio positivo e realizzato in un procedimento da tribunale. I proemi compiono così la loro funzione e aprono, dando significato, a testi sulla cui natura anche giudiziaria ci sembra ci siano pochi dubbi, con tutti i limiti propri di operette con eminente finalità retorica e persuasiva. Gorgia ci appare sempre più ‘esperto’ dell’ambito del diritto che dimostra di padroneggiare e che utilizza in maniera consapevole e precisa. In più, il rimando alla definizione di processo come insieme di accusa e difesa che si ritrova successivamente in Aristotele si dimostra di valore qualora si interpreti come un contributo specifico al lessico del diritto classico greco.
AB - L’analisi dei proemi dei due maggiori componimenti epidittici di Gorgia che per nostra fortuna ci sono giunti interamente, mostrano e confermano l’estrema sensibilità del sofista per i temi del mondo giudiziario e giuridico. L’attento utilizzo di un lessico specialistico, noto ai lettori e agli ascoltatori dei suoi discorsi, permettono a Gorgia di introdurci da subito in un immaginario e in un contesto che rimanda a situazioni giudiziarie specifiche. Se nell’Encomio di Elena il primo richiamo è quello a una giustizia naturale, cosmica e che si riferisce all’ordine delle cose così come devono essere (portandoci, attraverso un sottinteso legame con Themis, a un diritto arcaico connesso alla physis, e solo successivamente al diritto positivo, nomos), nell’Apologia di Palamede, dove si narra di un processo e non di una difesa di carattere generico, il richiamo è al processo in senso stretto e al sottinteso legame con Dike immettendo il lettore nel contesto del giudizio positivo e realizzato in un procedimento da tribunale. I proemi compiono così la loro funzione e aprono, dando significato, a testi sulla cui natura anche giudiziaria ci sembra ci siano pochi dubbi, con tutti i limiti propri di operette con eminente finalità retorica e persuasiva. Gorgia ci appare sempre più ‘esperto’ dell’ambito del diritto che dimostra di padroneggiare e che utilizza in maniera consapevole e precisa. In più, il rimando alla definizione di processo come insieme di accusa e difesa che si ritrova successivamente in Aristotele si dimostra di valore qualora si interpreti come un contributo specifico al lessico del diritto classico greco.
M3 - Artículo
SN - 1592-5919
VL - 36
JO - Magazzino di filosofia
JF - Magazzino di filosofia
ER -